La vita è un teatro perché molti recitano anche nella realtà
Alcuni vanno un paio di volte a teatro e diventano esperti, leggono due, o tre, libri con un titolo importante e diventano letterati. Guardano qualche film, tra quelli che i più nominano, e si trasformano in critici cinematografici o cantano qualche canzone con gli amici e si credono grandi voci.
Gli impegnati socialmente con il pensiero che prima è stato di altri, ricalcano concetti e non elaborano un proprio modo di leggere le cose. Poi la realtà inchioda, con fermezza, il concetto che il semplice parlare di ciò che fanno gli altri non ti qualifica.
Questo accade perché mentre qualcuno si adopera, anche sbagliando, altri sentenziano pur non avendo il metro per farlo. Poi ci si alza dal tavolo del pub e si va dormire, convinti di quel poco che il giorno dopo sarà fonte di una nuova discussione. Fate!
Nell’essere artista è compresa l’arte del silenzio, spazio incontaminato dove nasce il proprio pensiero. La ricetta non sta nella quantità di teoria, che si conosce, ma nella qualità della pratica del proprio io.
Non per nulla i grandi pensatori hanno sempre preferito la solitudine.