Joseph Cirino

Consulente di crescita personale e spirituale

L’amore ai tempi del Covid-19

Quando stare meno vicini è un atto d’amore

 
 
 
C’era una volta l’amore ai tempi del colera, celebre romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez. Ma tranquilli questo post non è per chi ha letto il libro, semmai per chi vuole avere la responsabilità di dare un contributo nel contenere la bestia nera del 2020. Proprio così, infatti. Perché oggi c’è l’amore ai tempi del Covid-19, il Coronavirus, ed è triste quanto poco amore abbiano coloro che sminuiscono il problema. 
 

Baci, abbracci e strette di mano 

 
Pensate a quante volte si siano dati per scontati baci, abbracci, strette di mano o la semplice quotidianità come il prendere un caffè, al bar o nella stessa casa, con gli amici di sempre. Per quelli di noi che di anni ne hanno meno di 150, vi assicuro che siamo in tanti, questo momento è tanto storico quanto agghiacciante.
 
Ecco, adesso non sono più scontati e stanno tornando ad avere valore, ci mancano, perché non possiamo più darceli. Fino a pochi mesi fa regnava il cinismo, si vedeva il pericolo come un lontano rotocalco giornalistico come se il fatto che fosse lontano non lo rendesse un triste scenario.
 
Come se il cielo fosse diviso in sezioni e non fossimo tutti solo stesso manto di nuvole. Oggi no! Oggi abbiamo paura perché la bestia è in casa nostra, forse non la sminuiamo più, e  iniziamo a capire che non si sta festeggiano un carnevale prolungato, che le mascherine non sono una nuova moda e che se stiamo meno vicini ci stiamo regalando un atto d’amore.  Ci salutiamo con gli occhi, sorrido, vuoi vedere che è la volta buona che impariamo a leggerci. 


Comprendere l’umanità non è per tutti

Noi e le rimpatriate, gli aperitivi e buona parte della nuova generazione che brinda alla faccia del Virus perché pensa che sia una malattia destinata ai “vecchi“. Nel mentre non pensa alle persone intorno, a quelli più deboli che potrebbero essere anche persone di famiglia. Qui si perde l’amore e vince il menefreghismo di chi pensa che chiudersi in casa per salvaguardare la salute sia una punizione, una privazione del diritto alla vita: Io non smetto di uscire, di vivere, alla mia età“. L’avete già sentita questa frase. Magari l’avete sentita mentre qualcuno smetteva di vivere, davvero, nel senso che ha smesso di respirare. Tolto il sale dalla zucca lo abbiamo messo tutto nell’acqua della pasta. Scusate la battuta, magari fate la guerra ai carboidrati e vi sentite offesi. Così come ci offendono le zone rosse ma con i treni in movimento, le persone che si spostano quando dovrebbero stare in casa, quelli che fuggono via dal pericolo pensando di essere immuni e non capiscono che il pericolo se lo portano dietro e lo portano i casa di chi amano. Se di amore si può parlare… Perché chi ti ama non ti mette in pericolo. 
 
Ora che darsi meno amore è il vero gesto d’amore
Adesso siamo pari. Quelli che non capivano hanno realizzato, certo non tutti ancora, e quelli che avevano intuito hanno la soddisfazione di dire: “Lo sapevo che era così“.  Qui, però, non vince nessuno, il mare è in tempesta e siamo sulla stessa barca. Ora quell’amore tanto decantato ci manca, magari prima non lo capivamo. Prima era da deboli abbracciarsi, coccolarsi, stare vicini e baciarsi.
 
Quei baci che non fanno parte solo della coppia: pensiamo al padre che vuole stringere la figlia dopo una giornata di lavoro, ad una madre che vuole baciare il figlio e a tutti quei cinque in alto tra amici. Ci vuole fegato per ammettere che starci lontani è il vero gesto d’amore, la vera umanità da dimostrare a 150 centimetri di distanza, o meglio ognuno dentro la propria casa. Ricordiamo, anche, che c’è chi una casa non può averla e sta sotto un ponte a sperare che…
 
Ora che sminuire il problema è vile. Specialmente se sei una “persona” seguita e dici che è tutta una truffa, magari un complotto e che è una banale influenza stagionale. Come se per una banale influenza potesse succedere tutto questo. Questo è sotto gli occhi di tutti, tranne che sotto gli occhi chiusi degli stolti. Oggi l’amore si dimostra non scambiandosi l’amore: quanto è sadico questo stronzetto di Covid-19, anche avendo il nome che assomiglia ad una marca di Jeans, porta con se l’ironia e il paradosso. Ma anche il dolore che insegna l’amore. Speriamo lo insegni, almeno.
 
 
 

Forse impareremo qualcosa

Questo è il 2020, il futuro tanto atteso e promesso da libri e film. Tutta la tecnologia che abbiamo non serve a un c****, se non per sentirci più vicini anche a distanza. Sì perché nel 1920 non potevano usare Facebook o le chiamate video su Wathsapp. Penso che gli avrebbe fatto piacere. Pur avendo tutto questo, e molto altro, come sostituiamo i rapporti umani? Possiamo consolarci baciando il pacco dello zucchero, abbracciando la stufa o simulando l’aperitivo con il bambolotto di pezza? Non possiamo. L’unica cura è stare a casa. Che bel 2020! L’avete capita la lezione? Ora che dobbiamo esiliare l’amore abbiamo realizzato quanto sia importante e insostituibile. Quanto il rapporto umano sia l’unica cosa che conta e quanto una passeggiata abbia valore. Ora che l’essere smart, social e c**** vari, rischia di diventare la sola realtà. Resta a casa, adesso, per non doverci restare per sempre. Quando finirà forse saremo migliori perché avremo capito che l’umanità non si può sostituire e con essa i comportamenti umani.
 
 
Giuseppe Cirino

 

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